Il Convento
La storia
Il nostro piccolo convento intitolato a S. Maria di Giosafat ha una storia molto antica, infatti è uno dei primi conventi cappuccini della nostra provincia monastica di Sant’Angelo e Pio, è situato ai piedi di un piccolo paese S. Marco la Catola “che si scorge su una zona collinare sovrastante ad un tratto del percorso del fiume Fortore e della fiumara la Catola entro un contorno montagnoso da anfiteatro, la cui valle costituisce l’alveo naturale di altri centri disseminati qua e là”, così descrive la posizione del piccolo centro fra Tommaso da Morcone. Fa parte dei paesi del Subappennino Dauno Settentrionale , l’estrema zona montuosa e collinare a nord ovest della regione Puglia. Infatti, questo piccolo centro si trova al confine col Molise (a Ovest), e con la Campania (a sud) .La sua posizione si deve alla maggiore presenza di affinità con i popoli molisani nei costumi. Confina altresì con gli agri dei vicini paesi di Volturara, Celenza Valfortore e Tufara. La strada statale n. 17, che si trova proprio ai piedi della collina, collega il paese alla città di Foggia (60km) e a quella del capoluogo molisano di Campobasso (40 km) . Percorrendo questa strada per raggiungere il centro si può notare che esso si adagia sulle colline seguendo la loro forma ed allungandosi fino al confine molisano. Il paesaggio del territorio sammarchese è molto vario: dalla bassa collina costellata di alberi da frutto, ulivi e campi di grano, fino ad arrivare all’alta collina dove il paese si immerge in una delle aree boscose più estese della Puglia. Delle origini del paese non si hanno notizie certe, almeno fino al 1137, ma si può presupporre che esistesse già da prima. Questo grazie ad alcuni ritrovamenti di sepolcreti romani nella zona turistica di San Marco, la suddetta zona boschiva chiamata San Cristoforo. Alcuni studiosi del luogo, in base ai ritrovamenti effettuati di alcune tombe, suppongono che nella zona vi fosse una villa romana, ovvero un avamposto militare dipendente da una fortezza vicina. Si presume che la prima popolazione sammarchese fosse formata da esuli dei vicini centri di Monterotaro, Castelnuovo, Casalvecchio, Montecorvino e della famosa Troia, già saccheggiati e distrutti dalla guerra del 1135. Probabilmente a questi si deve il nome del paese, dove “la Catola” indica il nome della vicina fiumara La Catola e “San Marco” si riferisce, secondo la tradizione, a San Marco Evangelista. La prima parrocchia del paese fu dedicata a San Giacomo e la chiesa madre a San Nicola di Mira: nessuna chiesa fu dedicata a S. Marco Evangelista, se non una piccola cappella; inoltre il santo patrono del paese è San Liberato. Quindi si può supporre che i padri fondatori di San Marco la Catola, memori di un culto ad un santo nativo di Troia e vescovo di Lucera, abbiano conferito all’abitato attorno al castello il nome del santo. Dalla data del 1137 si susseguono testimonianze della dominazione del castrum di S. Marci da parte degli Svevi, Angioini, dei Durazzeschi, degli Aragonesi, seguiti dagli spagnoli e dagli austriaci, fino al 1738, quando sopraggiunse la dominazione Borbonico Spagnola fino all'Unità d’Italia nel 1861. La dominazione suddetta fu interrotta dal periodo partenopeo (1799), durante il quale il paese fu assegnato al dipartimento del Sangro, e dalla dominazione napoleonica (1806 -1815). È facile intuire come il dialetto del posto, a causa del susseguirsi di varie dominazioni, sia pieno di francesismi e spagnolismi, ma comunque non si discosta molto dalla parlata dei paesi vicini, anche di quelli molisani. Conclusa la descrizione del paese, analizziamo nello specifico la storia del nostro amato convento. Prima che vi arrivassero i frati minori cappuccini, nel 1585, su questo poggio, vi era un’abbazia, dedicata a Santa Maria di Giosafat. Intorno alla fondazione di questa abbazia, come solitamente avviene in assenza di notizie storiche, sono sorte e fiorite leggende, che non ancora scompaiono. Una di esse, cioè quella relativa alla triplice apparizione, presenta “molti punti di contatto con quella Riguardante il santuario della Vergine Incoronata di Foggia, e con la basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, fatta edificare dal Papa San Liberio, sul colle romano dell’Esquilino, in seguito a comparsa di manto nevoso il mattino di un 5 agosto”. La fondazione del nostro convento è cosí descritta dal cappuccino padre Gabriele da Cerignola, intorno alla metà del 1600, certamente prima del 23 novembre 1667, anno in cui è morto a Foggia, invocando il nome di Gesú: “Un miglio lungi la Terra di S. Marco della Càtula era su la publica strada una Chiesetta del titolo di S.ta Maria di Giosafat semplice Juspatronato de’ Baroni. Hora bramando il sig.e Gio: Bat.ta Caetano Padrone di quella Terra, che fusse ufficiata, e mantenuta con decoro ad honore della Reina de’ Cieli, di cui vi è una miracolosa immagine collocata, chiamò per tale effetto i Capuccini. I quali nell’anno 1585 - a’ tempo, che passò all’altra vita Gregorio XIII di fel. mem. - vi andarono a fondare il Monastero col beneplacito del Vescovo della Volturara Ordinario Diocesano chiamato Simone Maiolo, e l’attaccarono alla sud.ta Chiesa, facendo esso Sig.e Gio: Bat.ta Caetano a sue spese la fabrica proporzionata alla povertà Capuccina di celle 18. Intanto che quella Chiesa et il sito cosí del Convento, come del Giardino, è territorio dell’Abbadia, qual hoggi stà in testa del Sig.e D. Hercole Pignatelli, et egli si gode l’annue rendite del beneficio, senza che i Capuccini ne partecipino un giulio, neanco per servizio dell’Altare. Ma il Sig.e Pompeo Pignatello Marchese della Paglieta suo genero vi aggiunse il dormitorio a sinistra co’ Camarone, e questo s’è finalmente accomodato per le camere, et aggiunta d’altre cinque celle, con farci sotto lo stanzione, per servitio della bottega della lana. Etc.”. Lo stesso Cronista, del suo manoscritto, aveva già premesso: “.. .il P. fra’ Francesco da Termoli, chiamato D. Crudele... nell’anno 1585... fondò il Convento in S. Marco della Càtola a’ prieghi di D. Gio: Battista Caetano Sig.e di quella Terra, che lo fabricò col beneplacito dell’Ordinario Diocesano Monsig.e Asti Vescovo della Volturara per nome Simone Maiolo”. Una voce discordante, sul fondatore del nostro convento di S. Marco, la troviamo negli scritti di un altro cronista della nostra provincia religiosa, predecessore del p. Gabriele da Cerignola FG, cioè il p. Girolamo da Napoli. Costui aveva precedentemente scritto che a costruire il convento fu, consenziente il feudatario, una nobildonna di Troia FG, che a quel tempo aveva o il “dominio utile” - come baronessa “ad tempus”- o il subfeudo di S. Marco, assieme al possesso di Gambatesa. Ma tale diversa notizia, non essendoci finora prove sicure, va accettata con riserva. NB: Da quanto detto, è certo che il convento fu costruito, quando possessori del castello di S. Marco erano i Gaetano (venivano dal ducato di Gaeta, perciò Gaetano) e propriamente Giambattista Gaetano o Caetano o Cajetano. Poiché il cognome Gaetano può essere anche nome, il p. Bernardino Latiàno da S. Giovanni Rotondo FG cadde, inconsapevolmente, in errore. Questo frate, che ha avuto il merito di stendere e pubblicare per primo, agli inizi del secolo scorso, una Storia della Provincia religiosa cappuccina di S. Angelo o S. Michele Arcangelo, parlando del convento di S. Marco la Càtola e servendosi del manoscritto del p. Gabriele da Cerignola, pensò opportuno di aggiungere alla parola Gaetano, intesa come nome, il cognome Pignatelli, di cui si parla nello stesso manoscritto. Quale la conseguenza? Tutti quelli che hanno scritto, dopo di lui, hanno commesso lo stesso errore. Dell'ingrandimento del convento, da parte del signor Pompeo Pignatelli, ne parla anche il p. Bernardino, or ora nominato, che nella Storia della Provincia, alla pagina 77. Costui, dopo aver premesso di aver attinto a piú manoscritti, scrive: “… Il Signor Pompeo Pignatelli, Marchese di Paglieta e zio del suddetto D. Ercole, vi aggiunse il Dormitorio a destra con uno stanzone, ampliando di piú la fabbrica con stanze inferiori, che furono adoperate per lanifizio (attuale salone di s. Francesco), il quale poi nel 1841 venne trasportato nel Convento di Foggia... (Fu) consacrata la Chiesa ai 12 di luglio 1713... intitolata semplicemente Maria Santissima. Il Convento è attualmente aperto e vi abbiamo in esso due fiorenti studii uno di Teologia, l’altro di Filosofia. Qui morì il Servo di Dio P. Giovanni da Sansevero”. NB: Anche qui c’è un errore. Pompeo Pignatelli non era lo zio, ma il genero di Ercole Pignatelli. NB2: Quali i probabili motivi, per cui Pompeo Pignatelli, marchese di S. Marco la Càtola e duca di Montecalvo AV, ampliò il convento? (Fece costruire il camerone sopra la sacrestia, il lanificio e 5 cellette). I motivi, forse, li troviamo nei “Notamenti”. In sintesi, essi dicono, a riguardo della famiglia Pignatelli. “A S. Marco la Catola, dove dimorò dal 1613 al 1615, come guardiano-maestro dei novizi e poi dal 1626 alla morte, operò diverse cose straordinarie: confessò e guarì nell’agonia l’arciprete don Nunziale Fascia, che prima “molto dedito alla caccia, usciva frequentemente alla campagna e, girando colla scoppietta e cani per le foreste e boschi, uccideva delle volpi e lepori, hora capri e cignali et hora altri animali quadrupedi e volatili”; guarì il giovane duca don Giovanni Pignatelli, gravemente malato, col farlo avvolgere nel mantello che gli mandò, prima di raggiungerlo personalmente nel palazzo; guarì col solo segno della croce un ginocchio gonfio all’arciprete don Francesco Papa e gli svelò un peccato occulto; agli sterili coniugi Pignatelli-Gagliardi, duchi di Montecalvo, impetrò la grazia dei figli”. In ricordo della guarigione del duca d. Giovanni Pignatelli e del dono della fertilità alla sterile coppia Pignatelli-Gagliardi, duchi di Montecalvo AV, il marchese della Paglieta, Pompeo Pignatelli fece installare una nuova campana, datata 1618, che è conservata nel museo dell’attuale salone s. Francesco. In seguito, prima della riconsacrazione della chiesa, 12 luglio 1713, è stato costruito tutto il resto del convento e l’ampliamento della chiesa, in quanto una campana, conservata nel museo del salone s. Francesco, è datata 1692. Infine, è stata costruita l’ala con le celle, che conduce all’attuale sala computer, costruita per ultimo, forse alla fine 1700 inizio 1800. Altri approfondimenti si possono trovare nel testo di Fra Pio Capuano: San Marco la Catola: Incanto tra storia, geografia e spiritualità.(2014).
Attività
Ordine Francescano Secolare
Incontro di fraternità di S. Marco ogni giovedì alle 16,00 in convento.
Assistente spirituale: P. Antony William Andrade
Gruppo di preghiera Padre Pio
Il gruppo è nato nel 2017 e il 23 di ogni mese il gruppo si ritrova in parrocchia con l’assistente spirituale P. Antony William Andrade.
Oratorio
Varie attività con giovani e bambini invernali e estive (chierichetti e giochi estivi).
Sartoria provinciale
Nata nel 2019, è un’attività di volontariato per la confezione di abiti e lavori di sartoria per i frati della provincia.
Corale Santa Maria di Giosafat
Nata nel 2014 per l’animazione liturgica.
Orari SS. Messe
Dal lunedì al sabato
Ore 8.00
Domenica e festivi
Ore 10.00: Rosario Ore 10.30: Santa Messa Per le confessioni e le intenzioni di Messa, prima o dopo le funzioni a seconda della disponibilità dei sacerdoti
Composizione fraternità
La Fraternità attualmente è composta:
P. Antony William Andrade: guardiano.
Tel: 328 268 9325 – Mail: andradewilliamanto@gmail.com.
Fra Giuseppe Buenza: parroco.
Fra Matteo Lamparella